Descrizione
Orecchini a forma di foglia prototipati a mano con fili e lastre in cera. Le foglie e le venature sono state realizzate con uno specillo a lima e saldate sul filo ( lentamente girato col calore delle mani) con uno specillo a punta e con la fiamma della spiritiera; è stata, poi, fusa della cera e applicata sopra le foglie per rifinirle. Attraverso un processo di micro fusione gli orecchini sono stati portati in argento e rifiniti con lime, frese e carte abrasive (dalla grana più grossa alla grana più fine); con una fresa, a ciascun orecchino, è stato fatto un piccolo incastro per saldare i perni (da inserire nei lobi) e messi in acido. Rifiniti con i gommini sono stati portati a lucidare, prima con spazzola in crine e pasta gialla (a velocità minima per togliere gli ultimi graffi rimasti e a velocità massima per rifinire il tutto) ed in seguito con spazzola in cotone morbido e rossetto d’ossido di ferro (sia a velocità minima che a velocità massima). Una volta lucidati sono stati lavati con acqua calda e sapone per gioielli (nell’ultrasuoni, macchinario che con scariche di ultrasuoni lava accuratamente), fatti asciugare ricoprendoli con sabbia specifica infine sono stati sottoposti a rodiatura (o bagno galvanico).
Orecchini in argento a forma di foglia
Questi orecchini foglia rappresentano la realizzazione di una fantasia, quella di lavorare con la micro fusione a mano partendo da lastre di cera per creare in metallo prezioso elementi della natura, quali appunto le foglie. Diceva Victor Hugo
“Non posso guardare la foglia di un albero senza sentirmi schiacciato dall’universo.”
…beh neanche io, in esse è contenuto il cosmo intero, parola di chi ha ne ha studiato ogni venatura con la minuzia di un ricercatore fisico subatomico! Alla modellazione a mano della cera, infatti, deve precedere un’attenta osservazione e valutazione, solo così si può arrivare a curare tutti i dettagli in modo che il risultato finale sia accettabile. La scelta stessa del materiale da modellare va fatta con cognizione e ponderazione. Oggi, fortunatamente, il mercato rende disponibili una varietà considerevole di cere prodotte appositamente per la micro fusione. Nel 1861 non era così; ai tempi dell’orafo fiorentino Filippo Baldinucci per avere un materiale adeguato a realizzare il primo prototipo, si usavano ricette basate sull’esperienza personale; una di queste prevedeva “un composto di cera bianca finissima e pura, e di biacca (carbonato basico di piombo e ossido di zinco) ben macinata, per la metà della cera, aggiuntovi un poco di chiarissima trementina, secondo il maggiore o minore caldo della stagione; con questa sopra un tondo di pietra d’osso, o di vetro nero, ben piano, per via d’alcuni stecchi, si conducono essi modelli”.
Tornando ai miei “orecchini di Fantasie” e riconoscendo loro quella nota nostalgica che a volte evocano le foglie, per concludere vorrei citare le parole del monaco buddhista Thich Nath Hanh:
“Domani, continuerò ad essere. Ma dovrai essere molto attento per vedermi. Sarò un fiore o una foglia. Sarò in quelle forme e ti manderò un saluto. Se sari abbastanza consapevole, mi riconoscerai, e potrai sorridermi. Ne sarò molto felice”.