Descrizione
La cornice del ciondolo a forma di specchio quadrato è stata prototipata a mano con fili in cera, con l’aiuto di uno specillo e una fiamma (spiritiera) è stata riscaldata della cera fino a renderla liquida per poter saldare i fili tra di loro e intervenire dove serviva. Quindi, attraverso un processo di microfusione è stato portato in metallo. Nel frattempo è stata fatta una fusione alla forgia d’argento, il cui risultato, una volta raffreddato, è stato portato al laminatoio manuale fino a ricavare una lastrina di 0,85 mm di spessore. E’ stata, poi, ricavata la forma della cornice dalla lastrina d’argento e la cornice è stata rifinita con frese e carte abrasive (dalla grana più grossa alla grana più fine); la lastrina in argento invece è stata passata alla tavoletta (una stecca piatta di legno ricoperta da carte abrasive di tutte le misure) in modo da togliere tutti i graffi e far sì che risultasse specchiante. I pezzi del ciondolo, poi, sono stati passati alla lucidatrice, prima con la spazzola in crine e la pasta gialla (a velocità minima per togliere gli ultimi graffi rimasti e poi a velocità massima per rifinire il tutto) ed in seguito con la spazzola in cotone morbido ed il rossetto, ossia ossido di ferro (a velocità minima e a velocità massima). Sono stati lavati in acqua calda e sapone per gioielli (nell’ultrasuoni, macchinario che con scariche di ultrasuoni lava accuratamente l’oggetto) e fatti asciugare ricoprendoli con della sabbia specifica. L’argento è stato sottoposto a rodiatura (bagno galvanico). Per concludere il ciondolo è stato assemblato incastonando lo specchietto nella cornice e inserendo la catenina.
Collana con ciondolo in argento o bronzo
I primissimi metodi per vedere la propria immagine, ovviamente, sfruttarono l’acqua: laghetti, pozzanghere o corsi d’acqua restituivano un riflesso se pur alquanto mosso. La scoperta delle caratteristiche riflettenti di metalli e leghe fu un passo avanti non indifferente. I primissimi specchi conosciuti sono quelli egizi. Secondo studi storico-archeologici essi rappresentavano il Sole e adornavano le vesti femminili nei riti religiosi; erano in genere circolari o più allungati e prodotti partendo da lastre di bronzo, prima lucidate e poi decorate. Gli etruschi, famosi per la lavorazione del bronzo appunto, potevano vantare una produzione di specchi notevole. Dopo i Greci l’originaria forma a disco venne soppiantata per passare a quella con un manico, poi a quella con un sostegno (spesso un manufatto delicato), per infine riporre un quadrangolo riflettente dentro ad una scatola. Nell’epoca romana troviamo i primi specchi di vetro incolore unito a una foglia di piombo o di stagno (ma il più antico di questo tipo di specchi fu rinvenuto anche in mano ad una statua egiziana!); le lastre di vetro venivano annerite con il piombo per renderle specchianti. Nel Medioevo la realizzazione di specchi di vetro foderati di metallo si perfezionò; in genere erano di piccole dimensioni e con motivi decorativi sulle cornici di gesso colorate o sulle montature e i manici di piombo. Nel Rinascimento la produzione di specchi metallici fiorì; spesso erano circolari e portati addosso (tascabili) in custodie di legno pregiato, di avorio e di metallo, anche oro o ottone. Fino alla prima metà del 1500 lo specchio richiederà costi di lavorazione impegnativi per cui rimarrà un oggetto di lusso; le cose cambiano solo quando, a Murano (polo d’eccellenza della produzione artigianale) il veneziano Redor mette a punto la tecnica dello spianamento delle lastre di vetro dando vita ad un tipo di vetro limpidissimo, il cristallo, che diventerà famoso in tutto il mondo. Nel 1800 con una soluzione di nitrato di argento, ammoniaca e acido tartarico vengono fissate al vetro particelle infinitesimali di argento ricoperte di gommalacca. Questo metodo farà cadere i prezzi e renderà l’oggetto fruibile a tutti.
Questa collana con ciondolo è ideale come regalo per un compleanno.