Descrizione
Ciondolo in argento con quarzo citrino, rubino e zaffiri realizzato a mano al banchetto. E’ stata fatta una fusione d’argento alla forgia e tagliato il lingotto a metà. Al laminatoio manuale sono stati ricavati una lastrina piatta da una metà e un filo quadrangolare dall’altra metà; poi anche il filo è stato schiacciato al laminatoio manuale per farne una fascetta lunga e stretta. Questa è stata, quindi, modellata sulla forma e la grandezza delle pietre per essere saldata alla lastrina piatta. Messo tutto in acido per togliere ogni impurità formatosi, sono stati rifiniti i castoni ed è stato tagliato un semilavorato industriale d’argento di medie dimensioni per ricavarne una maglia. Con delle frese a punta fina sono stati fatti dei fori ai castoni e con un filo da 0,80 mm sono stati fermati tra di loro; rifinito ulteriormente con gommini, il ciondolo poi, è stato messo in pece e sono state incastonate le pietre. Una volta assemblato con la catenina e la chiusura è stato lucidato, prima con spazzola in crine e pasta gialla (a velocità minima per togliere gli ultimi graffi rimasti e a velocità massima per rifinire il tutto) ed in seguito con spazzola in cotone morbido e rossetto d’ossido di ferro (sia a velocità minima che a velocità massima). Una volta lucidato è stato lavato con acqua calda e sapone per gioielli (nell’ultrasuoni, macchinario che con scariche di ultrasuoni lava accuratamente l’oggetto) e fatto asciugare immergendolo nella sabbia specifica. Infine è stato sottoposto a rodiatura (bagno galvanico).
Ciondolo con rubino, quarzo e zaffiri realizzato in argento
Tentare di superare la staticità di un gioiello, per conferirgli un dinamismo più sinuoso in grado di accompagnare elegantemente i movimenti di chi lo indossa, è uno dei tratti caratteristici e distintivi delle mie creazioni. Questi due ciondoli della collezione Pezzi Unici ne sono un esempio. Ricordo ancora oggi il momento in cui ho avuto la possibilità di mettere in pratica, per la prima volta, quest’idea di dinamismo. Ero stato invitato da alcuni fornitori a visitare un’azienda a Vicenza che metteva in mostra una grande quantità e varietà di pietre; girando per gli espositori mi sono imbattuto in due pietre particolari che riflettevano la luce in un modo così particolare da rimanerne ipnotizzati. Decisi all’istante che sarebbero state mie e nell’acquistarle chiesi maggiori informazioni; erano pietre provenienti dall’India ed avevano tutte calibri diversi perché erano state tagliate artigianalmente. Così compresi il perché della loro singolarità! Il taglio a mano le rendeva davvero uniche, pur se fossi riuscito a trovarne di altre non sarebbero mai state identiche a queste; erano perfette! Dopo avere scelto altre pietre complementari ma il cui contrasto di colori, illudendo gli occhi, avrebbe accentuato la variazione di moto che volevo creare, tornai al mio banchetto e mi misi a lavorare. Per prima cosa creai dei castoni per adattarli alle pietre, poi feci un sistema di snodo in grado di sostenerli tutti ma che ruotasse quel poco che bastava per ottenere l’effetto desiderato; infine decisi di inserire degli zirconi affinché apportassero ancora più luce, impreziosendo il gioiello, e creassero, inoltre, un contrasto evidente tra i colori caldi e quelli freddi.